Alba dalla Tofana di Mezzo

"Galoppa, fuggi, galoppa, superstite fantasia. Avido di sterminarti, il mondo civile ti incalza alle calcagna, mai più ti darà pace". D.Buzzati

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venerdì 31 gennaio 2014

Irene ospite a Radio Più - Emittente Agordina



Ieri pomeriggio sono stata ospite di Mirko Mezzacasa negli studi di Radio Più, a Taibon Agordino. Dopo un'intervista sul nuovo libro "La ricetta della Notte Perfetta" che verrà trasmessa in radio la prossima settimana, ho registrato sette racconti in esso contenuti. Si tratta di: Mlk, Selvaggia, Unidicimila giorni senza voi, Notte di carta, Sogno Buzzati, Il cervo lo sapeva e La ricetta della Notte Perfetta. I racconti verranno trasmessi prossimamente e potranno essere ascoltati anche in streaming dal sito di Radio Più. A breve comunicherò tutti gli orari! 

Ringrazio Mirko per la grande disponibilità!

Irene P.








mercoledì 29 gennaio 2014

Le prime foto del nuovo libro di Irene Pampanin


martedì 28 gennaio 2014

28 gennaio - Ricordando Dino Buzzati ...


E’ il 28 gennaio 1972. 
In quel preciso momento, alle 16.20, Dino Buzzati si spegne. 
A Milano è in corso una bufera di neve 
mentre la Croda da Lago accoglie il suo Genio.


Mi piace ricordare lo scrittore che sento più vicino a me
con le sue stesse parole:

da ALBUM BUZZATI - di L.Viganò


La ricetta della Notte Perfetta - ANTEPRIMA n.7 "La ricetta della Notte Perfetta"

- 1 GIORNI ALL'USCITA DEL LIBRO !


Copertina - Uscita: 29 gennaio 2014


ANTEPRIMA n. 7

dal racconto "La ricetta della Notte Perfetta", pag. 11


Nei pressi di Borca di Cadore un angelo aggrappato alla cima di un campanile guarda indisturbato il monte Pelmo e questa è cosa nota. Non tutti sanno però che quando cala la notte sull’acqua turchina, in una certa sera d’estate, l’angelo scuote le ali e, come se niente fosse, scende dal campanile.

A dire il vero, non accade spesso: potrebbero passare millenni prima che qualcuno possa vedere una cosa simile. Serve infatti una Notte Perfetta e preparata con minuziosa cura. 
Oltre all’acqua turchina e la sera d’estate, prendete nota, ci vogliono: 
un bel pizzico di luna (possibilmente d’oro bianco e non del tutto piena), 
qualche grammo di nuvole (ben ammorbidite), dei fulmini tagliuzzati finemente a zig-zag, 
un milione di gocce di pioggia (da lasciar cadere poco alla volta e lentamente), 
una spruzzata di bosco e una spolverata di stelle. 
Mi raccomando però, quest’ultime tenetele da conto se avete la fortuna d’averle: a volte ne basta solamente una a rendere speciale la Notte Perfetta. 
Dopo di che, basta aggiungere un lago (in alternativa potete mettere uno sguardo, l’importante è che abbia la stessa profondità) e un filo di musica, di quella che cambia a seconda del cuore che l’ascolta. Ed ecco fatto: a questo punto non resta che mescolare il tutto. 

Affinché la Notte Perfetta riesca, non usate mestoli di legno: per impastare l’universo occorre un pennello che lasci un’impronta unica. Niente è dunque meglio del vostro dito. Immergetelo nell’impasto e mescolate, piano e in senso antiorario per diversi minuti (almeno fino a quando non sentite d’essere vicini all’infinito).

Raccomando sempre, in questa fase, di chiudere gli occhi e ... (...)



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Racconto illustrato da Dolo-Mitico


Irene Pampanin


lunedì 27 gennaio 2014

Sfoglia le prime pagine del nuovo libro di Irene Pampanin


La ricetta della Notte Perfetta - ANTEPRIMA n.6 "Mlk"

- 2 GIORNI ALL'USCITA DEL LIBRO !


Copertina - Uscita: 29 gennaio 2014


ANTEPRIMA n. 6

dal racconto "Mlk", pag. 149



I sogni più belli sono quelli impossibili: si rincorrono con così tanta forza che alla fine diventano veri.

Anche il Sole, quello che noi tutti oggi conosciamo, all’inizio aveva un sogno: quello di poter vedere il nostro mondo da tutte le angolazioni. Per sua natura, però, era condannato a rimanere immobile, così come la Terra che, in origine, viveva sospesa e ferma nell’Universo, mostrando sempre la medesima faccia al Sole. Dunque egli poteva vederne solo una piccola parte (che poi era di continuo la stessa) e, dal canto suo, solo il lato della Terra voltato verso est veniva accarezzato dai caldi raggi della stella di fuoco. Tutto il resto era al buio.

Il Sole si chiedeva spesso il perché di quello spazio infinito attorno a lui se poi era costretto a rimanervi in mezzo ma senza potersi muovere. Sapeva però che le altre stelle, più piccole di lui, ogni tanto riuscivano a slegarsi dal cielo e precipitare sui confini più remoti della Terra, quelli delineati dalle montagne.

Eh’ sì, perché anche le stelle sono sassi, proprio come le montagne... Solo che, le stelle brillano nel cielo e le montagne sulla Terra... Ma si cercano. Per questo, ogni tanto, le stelle cadono e le montagne si protendono verso l’alto: per potersi toccare, almeno una volta.

Il Sole chiuse gli occhi e desiderò con tutta la sua energia di vedere ogni faccia della Terra. Le stelle, che da un’eternità assorbono i sogni dell’Universo, raccolsero l’enorme sogno del Sole e in centinaia, migliaia, miliardi, cominciarono a piovere sul nostro pianeta:
una pioggia di stelle così non si era mai vista.

Le nuvole si videro sfrecciare accanto i polverosi e minuscoli puntini di luce che messi tutti assieme sprigionarono un bagliore indescrivibile. La polvere di stelle si posò ovunque e come d’incanto, tutto il mondo, nello stesso momento, venne a sapere del sogno del Sole e meditò a lungo sul come aiutarlo.

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Irene Pampanin


domenica 26 gennaio 2014

La ricetta della Notte Perfetta - ANTEPRIMA n.5 "Selvaggia"

- 3 GIORNI ALL'USCITA DEL LIBRO !


Copertina - Uscita: 29 gennaio 2014


ANTEPRIMA n. 5

dal racconto "Selvaggia", pag. 141


(...) Un’ombra. Freno bruscamente. Qualcosa si è mosso sulla strada. Rallento, ingrano la seconda e mi guardo attorno: tre cervi stanno scappando verso il bosco. Guardo meglio in mezzo alla neve: a pochi metri da me un cervo bellissimo mi fissa. Abbasso i fanali e fermo l’auto. Penso alla macchina fotografica nella borsa: un solo rumore e sarebbe scappato. Allora lascio perdere. Muovendomi con estrema delicatezza poso il mio sguardo nel suo. È un animale enorme. Sbatto il naso contro il finestrino e lo guardo dritto nei suoi occhi scuri. Non scappa. Siamo solo io, lui e la neve. Anche il silenzio, curioso, viene a farci compagnia. Chissà che cosa sta pensando il re del bosco... Che strana alchimia tra me e lui. Non corre via, nonostante io sia munita di pallottole ha capito che non possono uccidere.

Mi chiedo quante persone al mondo, in questo momento, stanno parlando con un cervo. Forse nessuna. Mi sfugge un sorriso. Mentre mi fissa sento il bosco selvaggio che gli scorre nelle vene. Lo vedo correre agile tra i rami, sopra le rocce inesplorate. Immagino il suo odore di neve bagnata e pino mugo, la resina appiccicata sul suo pelo. Non ha paura delle nuvole basse, non si lascia imprigionare dai cattivi pensieri perché nella sua vita vuole solo volare dietro alle stelle. Ogni mattina sceglie la montagna da cui guardare l’alba e ogni notte si addormenta sotto a una diversa costellazione. Il cervo è indomabile, il cervo è il re: prima di tutto, il re della sua libertà. Non è la corona a renderlo grande ma lo spazio immenso e selvaggio che si porta nel cuore. (...)


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Irene Pampanin


sabato 25 gennaio 2014

La ricetta della Notte Perfetta - ANTEPRIMA n.4 "Undicimila giorni senza voi"

- 4 GIORNI ALL'USCITA DEL LIBRO !


Copertina - Uscita: 29 gennaio 2014


ANTEPRIMA n. 4

dal racconto "Undicimila giorni senza voi", pag. 129



Sono 90. Sono 90 e sono undicimila i giorni senza voi.

Le guerre non sono servite a dividerci, forti e violente tra le nostre montagne. Abbiamo resistito, noi, insieme. Noi e le altre famiglie, in questo paese steso sotto il Cernera.
Qui in questa casa non mi posso più alzare. Le mie gambe sono pesanti come le crode1 che non posso più scalare. Qualcuno mi viene a trovare: ogni tanto. Per il resto del tempo, mi sento solo.

Ricordo, qui davanti allo specchio, quando da bambino correvo come una schioppetata fuori dalla scuola per fuggire ai maestri tanto severi. Arrivato a casa mi sedevo a tavola, insieme ai miei otto fratelli e ai genitori. Ringraziavamo il Signore per quella scodella di polenta e formaggio e poi mangiavamo di gusto, senza lamentarci e fino alla fine perché Dio solo sapeva se il giorno dopo avremmo avuto ancora di che cibarci.

Vedevo le altre famiglie che stavano un po’ meglio di noi e gli altri bambini ricevere qualcosa di più. L’ho fatto spesso notare alla mamma diventando quasi insistente. Lei mi rispondeva “noi quella cosa lì non la possiamo comprare” e io ci rimanevo un po’ male. Come mi sembra futile ora quel desiderio. Se potessi tornare indietro abbraccerei mia madre e allora sentirei di avere tutto.

Avevo tutto anche nelle decine e decine di natali trascorsi. Ci ripenso oggi e mi mancano quei giorni. Fuori dalle finestre, anche per ripararci dalle soffiate dell’aria, mettevamo un po’ di muschio con qualcosa di colorato: palline e oggetti di poco conto che per noi erano qualcosa di eccezionale. Anche la carta argentata della cioccolata ci sembrava chissà che cosa: la prendevamo e la mettevamo nei libri, custodendola come una cosa preziosissima. Noi bambini eravamo contenti quando arrivava il Natale perché si sentiva il suono festoso delle campane e perché quel giorno si mangiava qualche cosina in più che magari non si mangiava durante il resto dell’anno. Poi era così bello tornare a casa la sera e trovare una scodella di latte caldo!

Oggi nevica: una coperta di lana sulle gambe mi da calore e una tazza di latte mi aspetta sulla scrivania. Non ha lo stesso profumo del latte che portava il papà, ancora caldo e denso come una nevicata di dicembre. Ne bevo un sorso e non sa di voi, dei vostri sorrisi stanchi e delle rughe delle vostre fatiche. Non ci sono le vostre mani di terra a farmi una carezza e non ci sono i miei fratelli a cercare di rubarmi la scodella.


Oggi mi sento solo: le altre famiglie non mi vengono più a trovare. Una volta ci radunavamo per stare insieme: c’era una comunanza di vita che faceva tanto piacere e faceva bene al nostro cuore. Poi è successo qualcosa, intorno agli anni cinquanta. (...)

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Irene Pampanin


venerdì 24 gennaio 2014

La ricetta della Notte Perfetta - ANTEPRIMA n.3 "Il cervo lo sapeva"

- 5 GIORNI ALL'USCITA DEL LIBRO !


Copertina - Uscita: 29 gennaio 2014


ANTEPRIMA n. 3

dal racconto "Il cervo lo sapeva", pag. 13


L’uomo, ben coperto e ben armato, avanzava deciso nel mistero del bosco. Sussurri di neve si facevano spazio tra i rami e il cacciatore tratteneva il fiato per non fare rumore. Con un cenno della mano invitava il suo bambino a seguirlo: era abbastanza grande da poter comprendere l’arte del mestiere. La barba dell’uomo raccontava il tempo trascorso e i suoi passi pesanti erano come piume nella neve che cominciava a cadere. Il figlioletto si dimostrava già abile ed esperto come uno gnomo: schivando sassi e tronchi caduti, saltellava dietro al padre in assoluto silenzio, respirando a fondo l’aria fresca dell’alba.

Poco lontano il re della foresta alzava le corna alla luce del sole e con il muso spingeva il suo cucciolo fuori dalla tana. Le zampe del piccolo erano ormai abbastanza forti da poter correre abili nel bosco. Le innumerevoli punte sulle corna del cervo svelavano che l’animale doveva avere parecchi anni e la sua “corona” era destinata a passare sul capo del figlioletto. Il cucciolo, mentre varcava la soglia del suo castello di foglie, aveva gli occhi grandi e intimoriti. Le lunghe ciglia nere cominciavano a inumidirsi di neve e il piccolo assaporò per la prima volta l’immensità dello spazio intorno.

Intanto l’uomo, seguito dal bambino, penetrava nel bosco. Da tempo aveva individuato la tana del cervo. Dopo innumerevoli tentativi falliti, questa volta sapeva esattamente dove aspettarlo. L’avrebbe preso alle spalle, la bestia non si sarebbe nemmeno accorta dello sparo. Già immaginava lo sguardo orgoglioso del figlio quando lo avrebbe accompagnato a toccare da vicino la preda ormai esanime. I suoi pensieri furono presto interrotti da un movimento tra i rami. Il cacciatore, certo che lì in mezzo ci fosse il re del bosco, tirò da una parte suo figlio, nascondendosi esattamente nel punto che aveva previsto.

Nello stesso momento il cervo varcava le rive del bosco. Il cucciolo, ancora inesperto, era rimasto poco più indietro. Il re si avvicinò alle fresche acque del ruscello, aspettando ansioso che il suo piccino arrivasse accanto a lui per assaporare la dolcezza della sorgente. Già immaginava lo sguardo sorpreso del cucciolo nel vedersi per la prima volta riflesso nell’acqua, nel sentire la consistenza strana dell’acqua. I suoi pensieri furono interrotti da uno scricchiolio sospetto tra i rami.

Era il cacciatore. Lo sapeva. Non era così stupido: l’uomo si era preparato, convinto di braccarlo ma il cervo lo sapeva. (...)

 
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Irene Pampanin


giovedì 23 gennaio 2014

La ricetta della Notte Perfetta - ANTEPRIMA n.2 "Sogno Buzzati"

- 6 GIORNI ALL'USCITA DEL LIBRO !


Copertina - Uscita: 29 gennaio 2014


ANTEPRIMA n. 2

dal racconto "Sogno Buzzati", pag. 29


Trovandomi per caso a spasso con Dino Buzzati, mi sorprese alquanto vedere che mentre tutto splendeva di colori lucenti e quasi “dissolventi”, proprio lui, Buzzati, era in bianco e nero. Niente che stonasse, a dire il vero. Anzi: il suo bianco e nero spiccava in mezzo al paradisiaco dipinto fatto d’immensi prati senza fine.

Camminando tra gli alti aghi dei fili d’erba che, come minimo, ci arrivavano alle ginocchia, arrivammo con la sua guida a una piccola radura incredibilmente verde. Il volto serio di Dino Buzzati che fino ad allora m’aveva seguita, guidandomi solo con la forza del pensiero, diventò d’improvviso felice. Mi passò accanto e cominciò a saltellare da un lato all’altro di un piccolo canale erboso, ridendo come un bambino. Che onore per me vederlo così divertito! Poi mi indicò il cielo oltre l’orizzonte e ancora con il pensiero, mi guidò verso un albero dalla forma strana, altissimo e diverso da tutti gli altri, verticale e ombroso, scuro ma vivo. Mi fece vedere come lui amava distendersi lì sotto, con le gambe accavallate e le braccia dietro la testa a fargli da cuscino. Sempre in modo “telepatico”, mi invitò a provare quel suo stesso letto e una volta sdraiata sotto l’albero di Buzzati, vidi quel che tanto meravigliava lui. Da quella posizione si vedeva perfettamente un quarto d’albero in primo piano e poi il Pelmo intero. Nessun’altra montagna sconfinava in quella strana cornice. Sopra il Pelmo, poi, nuvole fumose disegnavano forme indefinibili, dapprima magiche e poi quasi terribili. Una mano enorme sembrava avvolgere la cima innevata e io mi spaventai, tornando in piedi accanto a Dino Buzzati, domandandomi se anche lui in quelle montagne vedesse sia la parte magica che quella inquietante di un qualcosa che inghiottisce. (...)

Continua ...



Racconto illustrato da Dolo-Mitico

Irene Pampanin


mercoledì 22 gennaio 2014

La ricetta della Notte Perfetta - ANTEPRIMA n.1 "Notte di carta"

- 7 GIORNI ALL'USCITA DEL LIBRO !


Copertina - Uscita: 29 gennaio 2014


ANTEPRIMA n. 1

dal racconto "Notte di carta", pag. 25


(...) Ho il viso rivolto verso l’alto. Le stelle si illuminano come schegge di neve sotto la luna. L’Orsa Maggiore spicca chiara nel cielo. I contorni scuri delle montagne stanno appesi come quadri alla volta celeste. La via Lattea indica sempre il sentiero che conduce all’infinito.

Guardo incantata la parte di mondo che preferisco e sento il mio respiro diventare lento ed evanescente: entra bianco, esce nero. Sotto le stelle l’ombra scura diventa più nitida, i contorni della roccia sporgono dal cielo e la montagna lentamente si scopre mostrando la sua pelle.

Riconosco ogni piega, ogni briciola di ghiaia, ogni schizzo di neve incastrato tra le fessure. Sento l’aria della mia valle lontana entrarmi nelle narici ed esplodere nel cuore. Allungo le dita verso la montagna accarezzandone i contorni inviolabili. Una forza invisibile si stacca dalla cima e mi sprofonda nell’anima: i miei capelli si muovono insieme alle nuvole, i miei occhi si riempiono di costellazioni. Rimango sospesa. La montagna sfiora il cielo e io sfioro la montagna. Non c’è più distanza. In un momento, lungo un attimo e profondo quanto l’eterno, sono di nuovo a casa, senza viaggiare, senza prendere alcun treno.

Il silenzio intona la sua musica, i passi dei cervi scandiscono il ritmo del bosco e la terra si lascia sfuggire qualche nuovo fiore. Il ruscello, sfregandosi contro i sassi, produce il suono di violini ghiacciati.

Come un’aquila, guardo dall’alto la mia valle: la vedo dormire e mi accorgo di quanto è bella, di una bellezza tale che mai avrei notato se non me ne fossi allontana. Vorrei rimanere... La montagna sembra volermi dire “ti aspetto”. «Aspettami», dico io, «torno presto». (...)


Continua ...

Irene Pampanin


giovedì 9 gennaio 2014

martedì 7 gennaio 2014

giovedì 2 gennaio 2014

Buon 2014 ... Sorprendetevi!

... Ogni giorno è un anno nuovo: 
ogni giorno che la Vita ci dà é l'occasione per porsi nuovi obiettivi, 
fare un passo avanti oppure chiedere "scusa" e tornare indietro, 
augurare felicità alle persone che ci stanno vicine, aiutarle, ascoltarle, 
imparare anche a "chiudere un occhio". 
Ricominciare da capo, rialzarsi e non mollare mai. 
Vi auguro un 2014 dove ogni giorno possa sorprendervi...
(Però lasciatevi sorprendere, anche solo da un arcobaleno ...)

Irene P.

Tappeto volante - Disegno: Irene Pampanin. Colore: Luka Stella.