IL VOSTRO SPAZIO
NEL MIO BLOG
rubrica letteraria e culturale, dal 19 marzo 2014
*
Per la nuova rubrica Tacuìn, andiamo oggi a conoscere Marco Baggi, un autore emergente con una grande passione: quella per la storia. Dopo il romanzo d'esordio LA FUGA DEI VINTI (0111 Edizioni), Marco ha pubblicato nel 2013 (con la medesima Casa Editrice) il suo ultimo lavoro, VERTIGINE. Entrambi i romanzi sono ambientati durante la prima Guerra Mondiale: una chicca per gli appassionati di storia perché il lavoro di Marco Baggi ha alla base un'attenta ricerca storica;
una chicca per chi pensa che la storia sia noiosa perché dovrà ricredersi!
una chicca per chi pensa che la storia sia noiosa perché dovrà ricredersi!
*
Marco Baggi è un giovane scrittore
bergamasco, autore dei romanzi storici “La fuga dei vinti” e “Vertigine”, editi
dalla 0111 edizioni. Laureato in Storia, ha introdotto questa sua passione per
il passato nell’illustrazione e soprattutto la scrittura, due elementi
importanti all’interno dei suoi interessi. Come illustratore ha curato alcune
importanti collaborazioni per associazioni e pubblicazioni, mentre nella veste
di scrittore sta portando avanti la serie dedicata alle vicende del tenente Martini,
giunta con “Vertigine” al suo secondo capitolo. E’ membro attivo
dell’Associazione Storica Cimeetrincee, nata per divulgare la memoria della
Grande Guerra, e il gruppo modellistico Picchiatelli, col quale realizza
modelli in scala per mostre e concorsi.*
SEGUILO SU:
Ciao
Marco! Benvenuto nella mia nuova rubrica Tacuìn.
Oggi parleremo del tuo ultimo romanzo. Prima però vuoi dirci qualcosa sul tuo
romanzo d’esordio “La fuga dei vinti”? Come hai vissuto il tuo ingresso nel
mondo degli scrittori? Cosa ti ha lasciato questa prima esperienza?
Ciao Irene e grazie mille di questo
spazio. “La fuga dei vinti” ha rappresentato per me un punto di svolta
importante, segnando il passaggio d’interesse dal racconto al romanzo. Oltre
alla grandissima soddisfazione legata all’esordio, la pubblicazione mi ha
permesso di rendere note le vicende del mio personaggio letterario, che
ritroveremo ancora in “Vertigine”.
Questa prima esperienza è stata davvero
fruttuosa e importante, perché ha saputo mettermi in contatto con tanti altri
appassionati e scrittori, garantendomi una crescita personale preziosa.
Hai
affidato il tuo secondo romanzo alla medesima Casa Editrice, la 0111 Edizioni. Perché?
Consiglieresti la 0111 Edizioni a un autore esordiente?
La Casa Editrice 0111 ha saputo credere e
portare avanti il mio progetto letterario, perciò desideravo affidare a essa
anche il secondo lavoro e proseguire insieme questa bella avventura. La 0111 è
una CE piccola ma molto agguerrita, disposta a investire su nuove tecnologie
quali l’e-book e gli audiolibri, prerogative molto importanti per un autore
esordiente. Dunque la consiglierei senza riserve.
Aprirei
una parentesi sulle tue passioni, che trovo davvero molto curiose e
interessanti. Cominciamo con il disegno. Quali soggetti prediligi? Le copertine
dei tuoi libri sono state disegnate da te, giusto? Cosa rappresenta il disegno
che mi hai inviato e che vediamo pubblicato su questa pagina?
Il disegno è una delle mie passioni più
grandi, che coltivo fin da bambino. Ancora oggi mi sorprendo a divertirmi con
matite, pastelli e inchiostri, provando ogni volta nuove tecniche o soggetti,
nella speranza, un giorno, di poter diventare un illustratore a tutti gli
effetti.
Solitamente prediligo soggetti militari,
futuristici o autovetture, senza però disdegnare riproduzioni di personaggi
legati a fumetti o videogiochi; insomma, cerco di spaziare in diversi campi
d’interesse.
Le copertine dei due romanzi sono state
tratte infatti da due miei disegni, perché in entrambi i casi intendevo
trasmettere le emozioni legate alla narrazione. Fortunatamente sono piaciuti
alla Casa Editrice, la quale ha saputo impaginare e valorizzare il tutto al
meglio.
Il disegno inviato rappresenta quella che
a mio parere è fra le auto sportive più belle mai costruite, ovvero la Lancia
Stratos; in questo caso ho voluto “immortalare” un suo dettaglio, in modo da suscitare
la curiosità dell’osservatore.
E
della passione per il modellismo cosa mi dici?
Il modellismo statico rappresenta un
altro mio “divertimento”. Oltre al piacere di lavorare i materiali, assemblarli
e colorarli (cercando di donare un effetto il più realistico possibile al
mezzo), il modellismo permette l’aggregazione con moltissime persone, anche al
di fuori dei confini nazionali, e la preservazione di una manualità che le
nuove generazioni, sempre più hi-tech, rischiano di smarrire. Ma l’aspetto più
importante del modellismo è riconducibile alla Storia; è infatti un modo
diverso dal solito per studiarla e “mostrarla” anche ai più piccoli.
Da
tutto ciò si capisce che, correggimi se sbaglio, una delle tue più grandi
passioni è sicuramente la storia (in particolare le vicende della Grande
Guerra). Cosa credi ci abbia insegnato (o dovremmo ancora imparare) dalla
storia?
La Storia è certamente il motore di tutti
i miei interessi e passioni, senza di essa non avrei forse nemmeno iniziato a
scrivere. Dedicare i miei primi romanzi al tema della Grande Guerra non è stato
casuale, perché lo ritengo un argomento ancora capace di riservare sorprese e
soprattutto insegnamenti. L’intera Storia dell’uomo è pregna di errori, come le
guerre, da cui trarre il giusto monito per il futuro, eppure tendiamo spesso a
dimenticarcene e ricadere nei medesimi sbagli.
Veniamo
dunque a “Vertigine”. Si potrebbe definire una continuazione del romanzo
precedente considerando che il protagonista è il medesimo? Il tenente Martini, sopravvissuto
alla ritirata di Caporetto, lo ha creato la tua fantasia o hai preso spunto da
un fatto realmente accaduto?
Sì, “Vertigine” riprende la narrazione
dove s’era interrotto il precedente romanzo, ovvero al termine della battaglia
attorno al ponte di Pinzano, sul fiume Tagliamento, nel 1917. E’ infatti una
serie incentrata sul medesimo personaggio, che vorrei “seguire” nelle sue
vicende in un anno di guerra. Il tenente Martini è frutto della mia fantasia,
ma trae ispirazione da comportamenti e azioni accaduti realmente nel corso del
conflitto mondiale. Attraverso i suoi occhi, cerco di mostrare gli orrori con
cui quegli uomini erano costretti a convivere al fronte.
Immagino
che per descrivere in modo così dettagliato gli eventi (ma anche le armi e le
ambientazioni) del 1917, tu abbia dovuto fare un’approfondita ricerca storica.
Sbaglio? A quali fonti hai attinto? Hai visitato i luoghi di cui parli nel
libro?
Non sbagli, trattandosi di un romanzo
storico era per me importante preparare una solida base sulla quale poggiare
poi la narrazione, in modo da evitare inesattezze storiche. La ricerca ha
necessitato di molto tempo, fra documenti d’archivio, testimonianze, diari,
libri e tanto altro; riuscire a conciliare realtà storica e finzione letteraria
è stata una sorta di sfida, però infine gratificante. In particolar modo ho
studiato con cura l’unità di appartenenza del tenente Martini (la Brigata di
fanteria “Piacenza”), per conoscere nel dettaglio dove fosse dislocata nei
giorni del romanzo e quali avversari avesse di fronte a sé. La conoscenza di
diversi collezionisti e appassionati mi ha invece concesso la possibilità di osservare
personalmente armi, divise ed equipaggiamenti dell’epoca, comprendendo appieno
come venissero utilizzati e quali sforzi fossero costretti a compiere i soldati
per trasportare tutto ciò.
Ho visitato dove possibile i luoghi
citati, restandone molto colpito per la loro muta capacità di testimoniare l’orrore
della guerra e il ricordo dei caduti.
Credo
che per scrivere un libro come il tuo ci voglia una forte motivazione, che vada
ben al di là del puro piacere per lo scrivere. Qual è la tua motivazione? Ho
l’impressione che con i tuoi libri tu voglia salvare qualcosa, non far
dimenticare alla gente le sofferenze della guerra affinché tali atrocità non si
ripetano più.
Esatto, il romanzo nasce dall’intenzione
di preservare questa nostra Storia e condividerla con gli altri, tentando di
scuotere le coscienze in chiave futura. Se una società non ha memoria, rischia
di smarrirsi nel proprio avvenire e, come scritto poco sopra, ricadere nei
medesimi errori del passato. Spesso la Storia viene malvista, soprattutto dagli
studenti, perché in essa trovano soltanto una lunga fila di date e avvenimenti
noiosi, ma se raccontata adeguatamente, può invece rivelarsi fonte
d’ispirazione per tutti noi. “La fuga dei vinti” e “Vertigine” vogliono essere
una sorta di accusa contro la guerra, la quale inghiotte tutto e rischia di
polverizzare i sentimenti del singolo. Chi avrà modo di leggerli spero possa
comprendere appieno questo messaggio antimilitarista.
A
chi consiglieresti il tuo libro?
Lo consiglio a tutti gli appassionati del
genere storico, ma anche a chi cerca una storia di avventura (con un pizzico di
giallo) ambientata in un contesto diverso dal solito.
Hai
altri progetti in corso?
Sì, sto terminando la stesura di un nuovo
romanzo, ma non mancano molte altre idee che vorrei mettere su carta appena
possibile. Per quanto riguarda i disegni, sono impegnato a preparare le
illustrazioni per una mostra itinerante dell’Associazione Storica Cimeetrincee,
dedicata al centenario della Grande Guerra.
Grazie
Marco, buona scrittura, buon disegno e a presto!
Grazie infinite a te Irene, per lo spazio
concessomi e la possibilità di farmi conoscere. Buona scrittura anche a te!
*(La biografia è stata fornita dall'autore)
*INTERVISTA A CURA DI IRENE PAMPANIN E DESTINATA IN VIA ESCLUSIVA ALLA RUBRICA TACUìN. E' VIETATA OGNI RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, DELLA STESSA.
*
Vuoi sostenere la rubrica Tacuìn?
FAI UNA DONAZIONE VOLONTARIA!
FAI UNA DONAZIONE VOLONTARIA!
Nessun commento:
Posta un commento